Regime Forfettario 2023: tutto quello che devi sapere

Puoi guardare il video su YouTube cliccando su questo link:

👉 https://youtu.be/z_ffwsU-sZI

 

Il regime forfettario è in assoluto il regime più conveniente per una partita iva e paga così poche tasse che io lo definisco un mini paradiso fiscale italiano.

In effetti il forfettario è una tassazione che sembra quella di un paradiso fiscale: tasse ridotte al 5%, sconti sui contributi previdenziali, contabilità quasi inesistente e molto altro ancora.

Vuoi sapere come funziona il regime forfettario per capire se anche tu puoi sfruttarlo?

Inoltre vuoi sapere quali sono le novità introdotte nel 2023 per il regime forfettario?

Allora sei nel posto giusto!

Vediamo quindi come funziona il regime forfettario con le nuove regole del 2023.

Innanzitutto vediamo cos’è il regime forfettario.

Il regime forfettario è un regime opzionale (può essere liberamente scelto) ed è dedicato alle partite iva persone fisiche.

Sono quindi escluse dal forfettario tutte le società.

Questo regime fiscale consente di avere da un lato enormi vantaggi fiscali ma dall’altro lato ha anche degli stringenti requisiti di accesso.

Infatti non tutte le partite iva possono accedere, ma solo alcune che rispettano determinati requisiti.

Vediamo quindi in questo video i vantaggi del regime forfettario, i suoi svantaggi (perché ci sono alcuni svantaggi in questo regime che è bene tenere in considerazione) e infine vediamo quali sono i requisiti di accesso con le novità del 2023.

Partiamo quindi dai vantaggi del regime forfettario.

Il grandissimo vantaggio del regime forfettario è la tassazione ultra ridotta, una tassazione da vero e proprio paradiso fiscale.

Infatti per chi entra nel regime forfettario non sono richieste le stesse tasse che pagano tutte le altre persone.

Non c’è l’IRPEF che va dal 23% al  43%, ma c’è invece una tassa piatta al 15% che per i primi 5 anni è addirittura ridotta al 5%.

Quindi coloro i quali aderiscono al forfettario, per i primi 5 anni pagano solo il 5% di tasse rispetto alla percentuale dal 23% al 43% che pagano tutti gli altri.

È un enorme regalo fiscale, unito a un altro grandissimo vantaggio: il reddito forfettario non si somma agli altri redditi personali e quindi non fa aumentare la tassazione se ci sono altri redditi.

Quindi se tu hai altri redditi rispetto al reddito della P.IVA individuale, ad esempio redditi di affitti o redditi da lavoro dipendente, il reddito che consegui con il regime forfettario non ti fa alzare la percentuale degli altri redditi.

Questo è un enorme vantaggio perché normalmente tutti i redditi vanno a sommarsi in un calderone che fa alzare la percentuale da pagare.

Invece il regime forfettario segue un canale a parte nella dichiarazione e quindi non si somma agli altri redditi.

Inoltre, oltre al grande vantaggio della tassazione ultra ridotta al 15% (5% per i primi 5 anni), per il forfettario c’è anche la possibilità di pagare contributi INPS ridotti.

C’è uno sconto del 35% per chi aderisce al regime forfettario, per quanto riguarda i contributi INPS di artigiani e commercianti.

Quindi invece di pagare 100 euro paghi 65 euro, con uno sconto appunto del 35% se opti per il regime forfettario e hai contributi artigiani o commercianti.

Terzo grande vantaggio: nessun obbligo di registrazioni contabili.

Ciò significa che di fatto il commercialista ti costa molto meno .

Quindi tassazione ultra ridotta al 15% (5% nei primi 5 anni), sconto INPS del 35% e nessun obbligo contabile che ti fa pagare molto meno il commercialista.

Questi sono gli enormi vantaggi fiscali del regime forfettario.

Vediamo ora altre caratteristiche che possono essere vantaggi o svantaggi a seconda dei casi. 

Sono delle casistiche particolari, delle caratteristiche che ha il regime forfettario e che, a seconda delle situazioni, possono essere vantaggi in un caso o svantaggi in talaltro.

Andiamo a vederle.

La prima caratteristica del regime forfettario che può essere un vantaggio o uno svantaggio a seconda dei casi è la determinazione cosiddetta forfettaria dell’utile.

L’utile su cui si calcolano le tasse della partita iva normalmente si calcola facendo fatturato meno costi.

Quindi tutte le partite iva su cosa calcolano le tasse?

Sull’utile.

E l’utile come si calcola?

Fatturato meno costi.

Nel regime forfettario invece vige una regola diversa.

Come si calcola l’utile per il regime forfettario?

Si calcola mediante l’applicazione di una percentuale fissa al fatturato e la percentuale dipende dal settore di attività.

Il nome forfettario deriva proprio da questa caratteristica, ossia dal fatto che l’utile non si calcola in modo analitico (cioè facendo fatturato meno costi) ma si calcola in modo appunto forfettario, con una percentuale applicata al fatturato.

Facciamo un paio di esempi per capire come viene determinato l’utile.

Attività esercitata: consulente informatico.

Per le partite iva normali, l’utile su cui calcolare le tasse si calcola facendo fatturato meno costi.

Quindi per esempio se 10.000 euro è il fatturato e 1.000 euro sono i costi, otteniamo 9.000 euro di utile su cui calcolare le tasse.

Invece nella partita iva forfettaria come si fa il calcolo?

Per prima cosa bisogna capire qual è la percentuale da applicare.

La percentuale da applicare per il consulente informatico è il 78% per cui abbiamo:

10.000 euro x 78% = 7.800 euro

7.800 euro è l’utile calcolato con il regime forfettario.

Quindi in questo caso la partita iva forfettaria ti avvantaggia perché hai un utile più basso su cui calcolare le tasse, dato che 7.800 euro sono decisamente meno dei 9.000 euro reali (che avresti invece ottenuto facendo 10.000 euro di fatturato meno 1.000 di costi).

Invece di pagare le tasse su 9.000 le paghi su 7.800 euro, quindi un vantaggio, dato che in pratica il regime forfettario ti regala 1.200 euro di costi in più da scaricare anche se non li hai effettivamente sostenuti.

Facciamo un altro esempio sempre con l’attività di consulente informatico.

Fatturato sempre 10.000 euro ma questa volta i costi sono 4.000 euro.

Nel caso di partita iva normale l’utile si calcola facendo 10.000 euro di fatturato meno 4.000 euro di costi, quindi 6.000 euro di utile.

Nel caso della partita iva forfettaria invece, il fatturato è sempre 10.000 euro, la percentuale è sempre 78%, quindi 7.800 euro è l’utile calcolato con il regime forfettario (10.000 x 78%).

Come avrai notato nel regime  forfettario l’utile non cambia al variare dei costi che sostieni.

Quindi in questo caso la partita iva forfettaria ti svantaggia, perché hai un utile su cui calcolare le tasse più alto rispetto al reale, perché ti calcola le tasse su 7.800 euro rispetto ai 6.000 euro di utile reale (10.000 euro di fatturato meno 4.000 euro di costi).

In questo caso, di fatto, il regime forfettario ti toglie 1.800 euro di costi che non ti consente di scaricare anche se li hai effettivamente sostenuti.

Quindi in generale se la percentuale forfettaria prevista per il tuo codice attività è più alta dei costi che effettivamente sostieni, la determinazione forfettaria dell’utile per te è un vantaggio perché ti consente di scaricare più costi rispetto a quelli reali.

Se invece la percentuale del forfettario è più bassa rispetto ai costi che effettivamente sostieni, la determinazione forfettaria dell’utile per te è uno svantaggio, perché ti consente di scaricare meno costi rispetto a quelli che realmente sostieni.

Quindi come vedi la determinazione forfettaria dell’utile può essere un vantaggio o uno svantaggio a seconda degli specifici casi.

Vediamo un’altra caratteristica particolare del regime forfettario che può essere un vantaggio o uno svantaggio a seconda dei casi.

Qual è questo fattore?

È l’esclusione dall’IVA.

Il regime forfettario è in effetti escluso dall’IVA.

Cosa significa essere esclusi dall’IVA?

Significa due cose:

da un lato significa che non applichi l’IVA ai clienti quando emetti fattura e quando vendi;
dall’altro significa che non scarichi l’IVA quando acquisti.
Quindi vediamo i vantaggi e svantaggi dell’esclusione dall’IVA, che può avere effetti diversi  a seconda dei casi.

Partiamo dal fatto che non applichi l’IVA quando vendi.

Dobbiamo distinguere due casi.

Se vendi a privati guadagni la percentuale di IVA che non applichi e in genere guadagni quindi il 22%.

Se invece vendi alle aziende in realtà l’effetto è neutro: non guadagni niente perché tanto le aziende scaricano l’IVA e non ti consentono di aumentare il prezzo dell’IVA appunto.

Vediamo un esempio per capirci.

Vendi un prodotto a 100 euro + IVA al 22%,  quindi prezzo finale, totale fattura 122 euro.

Con il regime forfettario se vendi ai privati mantieni il prezzo ivato a 122 euro e quindi guadagni l’IVA.

Infatti i privati non scaricano l’IVA e questo ti consente di aumentare il prezzo da 100 euro + IVA (quindi 122) a 122 euro diretti, guadagnando 22 euro di IVA che non devi versare allo stato.

Se invece vendi alle aziende cosa succede?

Devi fare il prezzo di 100 euro perché 100 euro + 22 euro di IVA, quindi 122 euro, per un’azienda è come se costasse 100 euro perché si scarica l’IVA.

Quindi le aziende, scaricando l’IVA, non ti consentono di aumentare il prezzo dell’IVA e quindi devi togliere l’IVA dal prezzo.

Per questo motivo se vendi alle aziende né guadagni né perdi.

Per te è sempre neutro: vendere ad aziende in regime forfettario o in regime normale non ti cambia nulla.

Se invece vendi ai privati chiaramente guadagni l’IVA.

Vediamo invece la parte dell’IVA quando non viene scaricata dagli acquisti.

Come già detto, quando acquisti in regime forfettario non scarichi l’IVA.

In questo caso è sempre svantaggioso: più acquisti fai, più IVA perdi in termini di IVA che non puoi scaricare..

Quindi in tutti gli acquisti fatti con la partita iva forfettaria l’IVA va persa.

Su questo non c’è niente da fare.

Quindi l’esclusione dell’IVA è conveniente o no nel regime forfettario?

Dipende dai casi: ci guadagni se l’IVA che guadagni sulle vendite ai privati è maggiore dell’IVA che perdi sugli acquisti che non scarichi, invece ci perdi nel caso contrario, cioè se l’IVA che guadagni dalle vendite ai privati è più bassa rispetto all’IVA che perdi sugli acquisti.

Quindi come vedi anche qui l’esclusione dell’IVA può essere un vantaggio o uno svantaggio a seconda dei casi, così come per la determinazione forfettaria dell’utile vista in precedenza.

Infine ci sono delle caratteristiche  che sono sempre svantaggi. 

Qual è uno svantaggio del regime forfettario?

Lo svantaggio del regime forfettario è che dall’imposta forfettaria non si detraggono le spese personali.

Quali sono le spese personali che non si possono detrarre?

Per esempio le spese mediche, gli  interessi sui mutui, ristrutturazione edilizia etc., cioè tutti quegli oneri così detti detraibili o deducibili che finiscono nel 730 o nel modello unico.

Questo però a meno che non si abbiano altri redditi ordinari che generano un IRPEF ordinaria da cui scaricare le spese personali.

Infatti il regime forfettario produce un reddito che non finisce nel quadro da cui si possono scaricare le spese, perché è soggetto a un’imposta forfettaria del 5% da cui non si può scaricare nulla.

Invece per poter scaricare devi generare un reddito ordinario da cui puoi accedere a questi sconti.

Quali sono questi altri redditi?

Ad esempio il reddito da lavoro dipendente, redditi da pensione, affitti percepiti non in cedolare secca.

Se hai altri redditi che finiscono in dichiarazione, anche se sei in regime forfettario, puoi scaricarti tutte le spese (mutui, spese sanitarie e così via) perché le scarichi da quest’altro reddito e non dal regime forfettario.

Quindi il regime forfettario non ti crea un danno perché ti consente comunque di accedere a questi sconti fiscali utilizzando lo sconto sulle tasse degli altri redditi.

Dopo aver visto vantaggi e svantaggi (a seconda dei casi) del regime forfettario vediamo infine una cosa molto importante a cui prestare attenzione ovvero i requisiti di accesso al regime forfettario.

Non tutti infatti possono accedere al forfettario.

Quali sono i requisiti di accesso? 

I requisiti sono diversi quindi presta attenzione.

Partiamo dai requisiti da rispettare che riguardano l’anno precedente l’adesione al regime forfettario.

Il fatturato massimo nell’anno precedente, e questa è una novità 2023, dev’essere 85.000 euro.

Sino al 2022 era 65.000 euro quindi hanno addirittura allargato il regime forfettario.

Il regime forfettario, che è di per sé un’agevolazione fin troppo ingiusta e fin troppo forte, è stato addirittura allargato da 65.000 euro a 85.000.

Quindi tutti quelli che fatturano fino a 85.000 euro possono rientrare nel regime forfettario.

Cosa succede se supero gli 85.000 euro?

Supponiamo che ho aderito al regime forfettario, perché l’anno prima il fatturato era sotto gli 85.000 euro e potevo accedere.

Cosa succede se nell’anno di adesione superi gli 85.000?

Se si superano gli 85.000 euro nell’anno di adesione, fino a 100.000 euro, in realtà perdi  il regime forfettario ma esci dall’anno dopo.

Quindi nell’anno in cui sfori non succede niente, l’anno successivo esci e non sei più forfettario.

Oltre i 100.000 euro invece esci nello stesso anno, quindi la fattura che mi fa sforare i 100.000 euro di fatto dev’essere fatta nel regime normale.

Questo limite dei 100.000 euro in realtà è una novità 2023.

Fino al 2022 si usciva dal forfettario sempre nell’anno successivo.

Quindi è vero che il limite era più basso, ovvero 65.000 euro, ma è anche vero che se anche facevi nell’anno 1 milione di euro di fatturato, uscivi sempre nell’anno successivo.

Ciò significa che potevi fare 1 milione di euro tassato con il forfettario.

Questo era un enorme vantaggio fiscale che si prestava anche a dei bei giochini, visto che uno nell’anno in cui era forfettario poteva fatturare l’importo che voleva, tanto usciva sempre dall’anno dopo.

Quindi questo è il requisito di fatturato così com’è stato novellato e modificato nel 2023: limite 85.000 euro.

Non basta, questo è solo il primo dei requisiti.

Altro requisito sono le spese per lavoro dipendente che, nell’anno precedente, non devono essere superiori ai 20.000 euro, altrimenti non puoi accedere al regime forfettario.

Altro limite, questo un po’ più stringente, non più spese da lavoro dipendente ma reddito da lavoro dipendente e assimilati per un limite massimo a 30.000 euro lordi.

Questo significa che non puoi avere uno stipendio o una pensione (perché vale sia per reddito da lavoro dipendente e sia per reddito assimilato a lavoro dipendente come compenso amministratore, Co.Co.Co, e reddito da pensione) per un importo superiore a 30.000 euro.

Se hai questi redditi superiori a 30.000 euro perdi il requisito per poter entrare nel regime forfettario.

Questo è un forte limite perché magari c’è qualche persona che vorrebbe entrare nel regime forfettario, ma magari ha un reddito da lavoro dipendente importante, superiore ai 30.000 euro, e il regime forfettario per lui è precluso.

Bene, se questi erano i requisiti da rispettare nell’anno precedente, ci sono anche dei requisiti da rispettare nello stesso anno in cui si aderisce al regime forfettario.

Primo requisito: assolutamente vietate le partecipazioni in società di persone.

Non si può essere soci di Snc, Sas, negli studi associati e nemmeno in società semplici se producono redditi agricoli o redditi di impresa, quindi società di persone di fatto.

No anche alle partecipazioni di controllo in Srl.

Per le Srl il discorso è quindi  leggermente diverso: mentre non puoi avere neanche lo 0,1 % in nessuna società di persone pena il decadimento dal regime forfettario, per le Srl il requisito è diverso visto che la partecipazione è richiesta di controllo.

Non puoi quindi avere partecipazioni di Srl, anche tramite parenti e anche tramite interposta persona, la cui attività sia riconducibile a quella esercitata con la partita iva forfettaria.

Quindi esistono due condizioni per far sì che la Srl sia incompatibile con il regime forfettario:

devi avere il controllo anche in maniera indiretta, anche per parenti o per interposta persona;
l’attività dev’essere riconducibile a quella fatta dal regime forfettario quindi dev’essere di fatto la stessa attività.
Se invece o la Srl non la controlli o l’attività svolta è diversa, non c’è incompatibilità.

Quindi con la Srl bisogna stare molto attenti perché in alcuni casi si può avere la partita iva forfettaria, in altri casi invece no.

Un altro limite da rispettare nell’anno è che non si può fatturare per più del 50% ad un ex datore di lavoro per cui si è lavorato nei 2 anni precedenti.

Quindi c’è un controllo di 2 anni e questo ovviamente per evitare che tutti i dipendenti si trasformino in partite iva forfettarie e fatturino ancora all’ex datore di lavoro.

C’è un periodo di controllo di 2 anni per cui uno quando si licenzia (ma anche se resta ancora dipendente e non si licenzia) non può fatturare a quel datore di lavoro, per cui hai lavorato nei 2 anni precedenti, per più del 50% del suo fatturato dell’anno.

Di fatto questa è una norma antielusiva per evitare che i lavoratori dipendenti si trasformino in partite iva forfettarie.

Bene, questo era l’ultimo degli enormi e numerosi requisiti da rispettare per entrare nel regime forfettario.

Dopo aver visto tutto questo vediamo quando conviene il regime forfettario.

Alla fine, viste tutte queste caratteristiche, vantaggi, svantaggi e requisiti, il forfettario conviene o no?

Come detto in premessa il forfettario è una sorta di paradiso fiscale italiano.

È un’agevolazione di per sé financo assurda nel contesto fiscale italiano.

Invece di ridurre le tasse un po’ a tutti, hanno creato questo regime che di fatto paga il 5% e non ha senso.

Potevano infatti usare le stesse risorse per ridurre un po’ le tasse a tutti e invece chi è fortunato e ci può entrare è stra-avvantaggiato, mentre tutti gli altri vengono tartassati.

Quindi un’enorme ingiustizia secondo me che di fatto non sembrano nemmeno intenzionati a togliere.

Anzi, nel 2023, invece che ridurre le differenze, i vantaggi che ha un forfettario rispetto a tutti gli altri, hanno ampliato questa differenza alzando il limite di fatturato da 65.000 a 85.000 euro.

Quindi un’agevolazione assurda che invece di essere eliminata viene allargata.

Ricordiamoci però che in alcuni rari casi bisogna stare attenti che potrebbe non convenire, come ad esempio se lavori con aziende e quindi non guadagni l’IVA quando fatturi, e invece hai molti costi che non scarichi, perdi l’IVA e perdi i costi che superano la percentuale forfettaria.

Quindi bisogna stare attenti in questi casi particolari che nonostante hai tutti i requisiti per poter accedere al forfettario, potrebbe non convenire.

Ma salvo questi casi particolari, in tutti gli altri casi se si rientra nei requisiti conviene sicuramente entrare nel regime forfettario.

Anzi, conviene cercare di liberarsi di tutte quelle cause ostative, devi cercare di togliere tutte quelle problematiche che non ti consentono di entrare nel regime forfettario e cercare di entrarci in qualsiasi modo.

Ricapitolando, salvo i casi particolari per cui non ti conviene per una questione dei costi che non scarichi e perché lavori con le aziende, in tutti gli altri casi conviene entrare nel regime forfettario perché è un’agevolazione assolutamente assurda.

Molto interessante peraltro il caso delle Srl + Regime Forfettario, non sempre attuabile (bisogna stare molto attenti perché spesso c’è incompatibilità), ma che quando si riesce consente di avere enormi risparmi fiscali.

Quindi all’interno della pianificazione fiscale dell’azienda quando si può affiancare l’Srl e un regime forfettario, questa soluzione da dei risparmi veramente assurdi.

Per quanto riguarda il regime forfettario è tutto.

 

Se vuoi approfondire l’argomento, nel mio videocorso Swiss My Tax, trovi tutto quello che devi sapere per fare una corretta pianificazione fiscale della tua azienda e pagare il minimo delle tasse consentito dalla legge.

In particolare, per quanto riguarda il regime forfettario, spiego come utilizzarlo per massimizzare il risparmio anche se hai già altre aziende, ad esempio una Srl come dicevo.

Prima spiego esattamente come sfruttarlo quando si ha una Srl per massimizzare il risparmio fiscale e dopo spiego anche quando non si può utilizzare ed è quindi necessario ricorrere ad altri strumenti.

Quindi quando si può utilizzare il regime forfettario o si possono creare le condizioni per utilizzarlo OK, in tutti gli altri casi bisogna ricorrere ad altri strumenti, ovviamente legali, che ti permettono di sfruttarlo a tuo vantaggio.

Nel videocorso Swiss My Tax trovi tutte queste casistiche e spiego come utilizzarle al meglio.

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Noi ci vediamo nei prossimi video.

Claudio Cerutti

Dottore Commercialista

Fondatore di Numerium: Numeri e tasse spiegati in modo semplice