Calcolo Tasse SRL: Guida Completa e Strategie di Risparmio

Puoi guardare il video su YouTube cliccando su questo link:

👉 https://youtu.be/_hYlCtfP43A

 

Vuoi sapere come si calcolano le tasse di una Srl?

In questo articolo te lo spiegherò in parole molto semplici ma, in realtà, la tematica è tutt’altro che semplice.

Se non conosci bene le regole del gioco, con la Srl puoi arrivare a pagare fino al 72%.

Questa non è una tassazione ma un vero e proprio esproprio.

Nel corso di questo articolo invece ti mostrerò come, con una strategia ben studiata, puoi ridurre le tasse sulla tua Srl al 32%, o addirittura ancora meno.

Infatti, se viene usata correttamente, la Srl è la forma societaria che consente di pagare meno tasse in assoluto, ma per l’appunto bisogna saperla usare.

Insomma, se hai una Srl e vuoi capire come non farti massacrare di tasse, mettiti comodo e leggi attentamente questo articolo.

Vediamo quindi ora come si calcolano le tasse su una Srl.

Partiamo da una constatazione che per la verità è abbastanza semplice: le Srl hanno di fatto una cosiddetta Flat Tax.

 Quindi a prima vista la tassazione è semplice: le Srl pagano la cosiddetta IRES che appunto è una Flat Tax al 24% che va pagata sugli utili.

Ti ricordo che l’utile si calcola facendo fatturato meno costi ed è appunto la base di calcolo per le tasse, ovvero l’utile è quello che hai guadagnato e lo Stato se ne prende una parte.

Quindi su un utile di 100.000 euro paghi 24.000 euro di IRES, che è appunto il 24%.

Fino a qui la cosa è abbastanza semplice.

Ora però introduciamo, una alla volta, le complicazioni che rendono di fatto complessa la tassazione di una Srl.

Complicazione numero 1: l’IRAP

Non c’è solo l’IRES, c’è anche la cosiddetta IRAP.

Quindi l’Srl non paga solo l’IRES al 24% ma paga anche l’IRAP al 3,9%, percentuale che può essere alzata o abbassata di quasi un punto percentuale dalle regioni (terremo però come riferimento il 3,9%).

Anche l’IRAP è una Flat Tax, rendendo di fatto due le Flat Tax della Srl:

  1. IRES al 24%
  2. IRAP al 3,9%

Su 100.000 euro di utile quindi cosa pagherai con la tua Srl?

24.000 euro di IRES e 3.900 euro di IRAP per un totale di 27.900 euro

Anche fino a qui in realtà le cose non sono così complicate: due Flat Tax, una al 24% e l’altra al 3,9%.

Complicazione numero 2: la base imponibile

Che cos’è la base imponibile?

 La base imponibile è la base di calcolo delle tasse e, in realtà, la base di calcolo non corrisponde esattamente all’utile, ma è invece data dall’utile più i costi che non si scaricano (quindi lo stato non te li riconosce, quindi non si scaricano e ti vanno ad alzare l’utile) meno i ricavi che non si tassano (non sono tantissimi però ci sono alcuni casi in cui ricevi dei soldi che non vengono tassati, quindi esentasse).

E, complicazione delle complicazioni, le basi di calcolo IRES e IRAP sono tra loro diverse, e quindi hanno costi che non si scaricano e ricavi che non si tassano diversi tra loro.

Vediamole singolarmente.

La base di calcolo IRES è data da Utile + Costi che non si scaricano – Ricavi che non si tassano.

Di questi costi ce ne sono in realtà diversi e sarebbe impossibile elencarli tutti, però posso dare alcuni esempi principali:

  1. l’80% dell’autovettura a uso promiscuo non si scarica, quindi delle autovetture che usi anche personalmente l’80% del costo NON si può scaricare;
  2. il 20% delle spese telefoniche;
  3. il 25% delle trasferte dei soci lavoranti.

Poi chiaramente ce ne sono molti altri che è inutile citare in questo articolo.

Oltre ad aggiungere all’utile i costi che non si scaricano, devi togliere i ricavi che non si tassano e, anche in questo caso, ce ne sono di diverso tipo.

Alcuni esempi di ricavi che non si tassano sono:

  1.  il 95% dei dividendi delle società controllate, quindi se hai una società che controlli che da un utile alla tua Srl, il 95% è esente appunto perché hai già pagato le tasse nella tua Srl;
  2. i contributi pubblici per il COVID: questi erano esentasse (giustamente) perché se lo Stato ti da 100 euro di sussidio non sarebbe giusto che dopo ti ci faccia pagare sopra le tasse.

Bene, questo per quanto riguarda l’IRES.

Vediamo ora la base di calcolo dell’IRAP.

La base di calcolo dell’IRAP come funziona?

Parte sempre dall’utile però stavolta vanno aggiunti i costi che non si scaricano, che sono di ordine diverso.

Sono principalmente il costo dei lavoratori a tempo determinato (quelli a tempo indeterminato invece si scaricano da diversi anni), poi non si possono scaricare i compensi amministratori, le collaborazioni occasionali e gli interessi passivi. Quindi diciamo che l’IRAP non si scarica tutto il mondo del lavoro salvo il lavoratore a tempo indeterminato e gli interessi passivi.

Poi invece, per quanto riguarda sempre l’IRAP, i principali ricavi che non si tassano sono appunto i dividendi delle società controllate (in questo caso non si tassano al 100%) e gli interessi attivi.

Questi qui sono quindi variazioni da portare all’utile per arrivare alla base di calcolo dell’IRAP.

In sintesi devi quindi stare molto attento a queste componenti che rendono la base di calcolo IRES e IRAP differente dall’utile di esercizio: uno pensa di pagare le tasse sugli utili di bilancio ma in realtà la base di calcolo è diversa e a seconda di quanto grandi sono i costi che non si scaricano e i ricavi che non si tassano.

Complicazione numero 3: l’INPS

Infatti non c’è solo da pagare l’IRES e l’IRAP, ma nell’Srl c’è anche da pagare l’INPS.

In realtà l’INPS non la paga direttamente l’Srl ma i soci che lavorano nell’Srl, quindi la pagano solo i soci lavoranti a differenza dei soci non lavoranti che invece non la pagano.

Vediamo qual è la base di calcolo per pagare i contributi INPS.

Si prende la base di calcolo IRES, quindi l’utile di bilancio più i costi indeducibili meno i ricavi che non si tassano, e la si rapporta alla percentuale posseduta dal socio lavorante.

Esempio:

Base imponibile IRES = 100.000 euro

Quota posseduta dal socio = 30%

Base di calcolo Inps = 30.000 euro (quindi il 30% di 100.000 euro).

Quindi su 30.000 euro andrò a calcolare e ad applicare la percentuale INPS.

Attenzione che l’INPS non si calcola esattamente su questa base di calcolo perché ha dei minimali e dei massimali che vanno aggiornati ogni anno.

Il minimale 2023 dell’INPS è 17.504 euro mentre il massimale 2023 è 86.000 euro se hai iniziato a lavorare prima del 1996, e diventa 113.520 euro se invece hai iniziato a lavorare dopo il 1996.

Dunque per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 cosa significano questi minimali e massimali?

Significa che se la base di calcolo INPS è più bassa del minimale, l’INPS comunque si paga sul minimale.

Esempio: salta fuori che la base di calcolo INPS è 10.000 euro perché magari hai il 10% di un’azienda che fa 100.000 euro di utile. In questo caso non paghi l’INPS sui 10.000 euro, ma la paghi comunque su 17.504 euro di minimale.

Questo serve per garantire comunque un minimo di pensione.

Allo stesso modo c’è anche un massimale e quindi se la base di calcolo è più alta del massimale, paghi comunque sul massimale.

Esempio: la base di calcolo INPS è 200.000 euro perché hai il 100% di un’azienda che fa 200.000 euro di utile. In questo caso non paghi INPS su 200.000 euro ma paghi l’INPS sul massimale che, se per esempio hai iniziato a lavorare dopo il 96, ammonta a 113.520 euro (e quindi pagherai l’INPS proprio su 113.520 euro).

Fatta chiarezza sulla base di calcolo vediamo la percentuale di INPS da pagare, che è del 25% circa (per la precisione va dal 24% al 25% per gli artigiani ed è 0,48% in più per i commercianti, ma per comodità teniamo come media il 25% giusto per fare cifra tonda).

Come vedi, questa è una pressione tutt’altro che bassa.

Quindi, per evitare di pagare troppa INPS, va ridotta la percentuale dei soci lavoranti.

Dato che l’INPS la pagano solo i soci lavoranti sulla loro quota di utile, se tu vai a ridurre la percentuale posseduta dai soci lavoranti, chiaramente vai a pagare meno INPS.

Questo è un piccolo trucchetto di pianificazione fiscale che aiuta ad abbassare le tasse da pagare.

Complicazione numero 4: tasse anche quando prelevi i soldi dalla SRL

In realtà questa è la complicazione più fetente, perché non solo la tua Srl paga IRES e IRAP, non solo i soci pagano l’INPS, ma anche quando prelevi i soldi dall’Srl vai a pagare altre tasse.

Questa è una tematica che in realtà è molto complessa (probabilmente la più complessa della Srl).

La Srl paga delle tasse, diciamo una Flat Tax, che è abbastanza calmierata, se pensi che con il 24% di IRES + 3,9% di IRES paghi il 27,9% (escludendo l’INPS che si può aggirare), che nel panorama italiano è una tassazione abbastanza buona.

In realtà, per il solo fatto di scegliere la Srl, se si ha un utile alto si va già a pagare meno tasse rispetto a quanto si farebbe magari avendo una ditta individuale, Snc o Sas, dove oltre i 28.000 euro a socio le percentuali iniziano a diventare il 35% o addirittura il 43% più addizionali (quindi si arriva anche a pagare il 45%).

Quindi 27,9% delle Srl contro il 45% di ditte individuali, Snc e Sas non è male.

Ma il diavolo sta nei dettagli!

Infatti questo è vero per i soldi che restano nella Srl, ma poi quando i soldi li prelevi ci paghi sopra altre tasse, e quindi il COME prelevi fa tutta la differenza di questo mondo tra risparmiare le tasse con la Srl (se la usi correttamente) o addirittura pagare più tasse se la usi male.

Quindi la Srl di per sé non mi garantisce da sola risparmi fiscali se poi sbagli a prelevare i soldi.

La tematica, come dicevo, è molto complessa, ma in questo video posso mostrarti in breve come, a seconda di come tiri fuori i soldi, cambia tutto.

 Elenchiamo brevemente quali sono i sistemi che ti consentono di tirare fuori l’utile.

Partiamo dai sistemi che ti consentono di tirare fuori i soldi ma senza abbattere l’utile della Srl.

Quindi, di fatto, in questo caso succede che la tassazione si somma, perché tu tiri fuori i soldi, paghi le tasse per il fatto che tiri fuori i soldi, ma l’utile dell’Srl non si abbassa.

Qual è questo sistema che in realtà sarebbe il sistema naturale per tirarsi fuori i soldi?

Si tratta dei dividendi, ovvero della distribuzione di utile.

Sulla distribuzione di utili, il socio che percepisce questo dividendo (ovvero l’importo che il socio riceve dalla società come utile), paga il 26% su quello che riceve.

Non basta quindi quello che già stai pagando di IRES, IRAP e INPS: su quello che distribuisci paghi il 26%.

Quindi il dividendo, salvo casi rari, è meglio non utilizzarlo e lasciarlo solo per casi residuali.

Vediamo adesso quei sistemi che invece abbattono l’utile della Srl.

Qua il giochino cambia perché la tassazione non si somma ma si SPOSTA.

Infatti se ci pensi, se ti tiri fuori i soldi della Srl con un sistema dove tu hai 100.000 euro di utile, tiri fuori 40.000 euro ma l’utile della Srl diventa 60.000, non paghi più sui 100.000 ma sui 60.000 ed è chiaro che anche se sui 40.000 che tiri fuori pagherai le tasse, queste tasse non le paga anche la Srl perché le stai già pagando tu.

Quindi questa tassazione non si somma ma si sposta dalla Srl alla persona che si preleva i soldi e, se questi prelievi vengono fatti con sistemi che prevedono una tassazione similare alla Srl o addirittura più bassa, vaI di fatto ad abbassare la tassazione.

Vediamo brevemente come funzionano questi sistemi.

Il primo sistema, nonché il più diffuso, è il cosiddetto compenso amministratore.

Il compenso amministratore è di fatto un modo per tirarsi fuori i soldi della Srl e, di fatto, è sempre fattibile.

Basta chiaramente essere amministratori e quindi, se non lo sei, ti devi nominare amministratore della tua Srl per utilizzare il compenso.

Anche se vuoi darlo ai tuoi familiari, devi metterli nel CdA come amministratori, altrimenti chiaramente non puoi dare un compenso amministratore a uno che, per l’appunto, non è amministratore.

Quanto paghi di tasse sul compenso?

Paghi l’IRPEF dal 23% al 43% e gestione separata INPS dal 24% al 35%, che sembra tanto ma si può giostrare (in realtà non paghi tanto anche perché puoi avere compensi esenti).

Quindi anche il compenso amministratore va usato con cautela e con cognizione di causa, in modo tale da pagare il minimo possibile, altrimenti, tirando fuori i compensi amministratori in modo disordinato e senza fare un’attenta pianificazione fiscale, si rischia di essere tartassati.

Un altro sistema sono le royalties però in questo caso è un po’ più difficile perché servono proprietà intellettuali su cui pagare le royalties, quindi non è sempre fattibile.

Sulle royalties si paga dal 23% al 43% sul 75%, quindi su 100 euro di royalties il 25% è esentasse e sul restante 75% paghi dal 23% al 43%. Addirittura la quota tassata diventa il 60% per chi ha meno di 35 anni.

Quindi una buona agevolazione che però non è sempre fattibile.

Un’altra grandissima agevolazione è il forfettario.

Qui però serve però un’attività diversa dalla Srl controllata. Infatti c’è una norma antielusiva per cui lo stato non vuole che uno divide la sua stessa attività tra Srl e forfettario, chiaramente perché il forfettario paga molte meno tasse (è un vero e proprio paradiso fiscale e su questo c’ho fatto un video specifico).

Quindi pagando poche tasse c’è questa norma antielusiva per cui, se controllo una Srl, fare il forfettario non è sempre fattibile e anzi, molto spesso, non è fattibile.

Bisogna costruire le cose in modo tale che sia fattibile e, una volta riusciti, si paga veramente poco, perché si paga dal 5% al 15%, più eventualmente anche l’INPS al 25%.

Quindi questi sono i sistemi per tirarsi fuori i soldi dalla Srl e, in realtà, sul come prelevare i soldi dalla Srl si fonda tutta la pianificazione fiscale. Questo modo di fare pianificazione lo insegno nel mio corso Swiss My Tax, dove ti spiego come fare i prelievi delle Srl in modo corretto che, devo ammetterlo, è anche il grosso della pianificazione fiscale italiana.

Una volta che hai un certo reddito e fai la Srl, devi quindi stare attento a come li prelevi, e li cambia molto a seconda della situazione familiare, personale e così via.

E attenzione al fatto che se non fai pianificazione fiscale rischi di pagare un botto di tasse per nulla.

La Srl è un’arma un po’ a doppio taglio e bisogna saperla manovrare correttamente per evitare di rovinare tutto con prelievi fatti in modo scorretto, che mi cancellano i vantaggi della Srl e anzi aggravano la situazione facendomi pagare più tasse di quello che avrei pagato magari avendo una Snc.

Adesso, tenendo conto di tutto quanto spiegato e di tutte le complicazioni analizzate, vedremo alcuni esempi per capire come la pianificazione fiscale può fare veramente la differenza su una Srl.

Prendiamo un Esempio 1 senza alcuna pianificazione fiscale.

Ecco i dati di partenza:

Utile di bilancio: 100.000 euro

Costi indeducibili: 4.000 euro

Quota del socio lavorante: 100%

Quindi il socio lavorante ha il 100% di una Srl unipersonale e quindi su questo ci pagherà tutta l’INPS. Inoltre tutto l’utile viene distribuito come dividendo.

Qui mi sono impegnato proprio a fare tutti i passaggi sbagliati in modo tale da far pagare il massimo possibile.

Vediamo cosa succede in questo caso.

Le tasse da pagare con l’Srl sono l’IRES su 104.000 euro (100.000 euro di utile + 4.000 euro di costi indeducibili) che ammonta a 24.960 euro (24% di 104.000) e l’IRAP, l’altra Flat Tax, da pagare su 100.000 (per l’IRAP non abbiamo costi indeducibili) che ammonta esattamente a 3.900 euro (3,9% di 100.000 euro).

Quindi questi due pezzi qua sono le tasse che devo pagare sulla Srl.

Quindi l’utile netto della Srl, dopo aver tolto IRES e IRAP, è di 71.140 euro.

Questi, nel nostro esempio, vengono tutti distribuiti come dividendo. Quindi vengono distribuiti tutti al socio che riceve 71.140 euro su cui ci deve pagare le tasse.

Quanto si paga su questo dividendo, su questi utili distribuiti?

Si paga il 26% quindi 18.496, ma non è finita perché essendo socio lavorante, sulla base di calcolo IRES, che è 104.000 euro, ti ricordo che si paga anche l’INPS al 24%/25%, che sono quindi 25.478 euro.

Quindi soldi rimasti netti al socio solo 27.166 euro: aveva ricevuto circa 71.000 euro di dividendo, c’ha pagato sopra le tasse sui dividendi, c’ha pagato su l’INPS e gli sono rimasti solo 27.166 euro dai 100.000 guadagnati dalla sua azienda.

La pressione fiscale è al 72,8%, quindi ha pagato il 72,8% di tasse che è una PURA FOLLIA!

C’è anche da dire che qua ho veramente messo in fila tutti i possibili errori che uno può fare in una Srl, quindi per fortuna nella realtà è difficile trovare un esempio dove superi il 72%.

Qua siamo veramente a livelli di esproprio: uno fa una Srl pensando di pagare meno, poi fa tutti questi errori e va a pagare il 72,8%.

Vediamo invece lo stesso esempio applicando però la pianificazione fiscale.

Quindi prendiamo gli stessi dati di partenza, ossia un utile di bilancio di 100.000 euro e costi indeducibili IRES per 4.000 euro, ma stavolta invece saremo più intelligenti e ci applicheremo la pianificazione fiscale come Dio comanda.

Quindi la quota posseduta dal socio lavorante la abbassiamo al 20% (anziché 100% dell’esempio precedente), magari intestando le quote a familiari che non lavorano nella società, e poi i soldi non li tiriamo fuori come dividendi (che sono da evitare come la peste) ma come compenso amministratore.

Mettiamo 28.000 euro come compenso vero e proprio all’anno e 19.000 di rimborsi spese esenti, per esempio trasferte (perché magari l’imprenditore è sempre fuori per ragioni aziendali), rimborsi chilometrici, buoni pasto e altre cose di questo tipo.

Ipotizziamo 19.000 euro di rimborsi spese esenti.

Quali sono quindi in questa situazione le tasse da pagare?

Dalla Srl pagheremo l’IRES, ma qui chiaramente la base di calcolo si è abbassata: non è più 104.000 euro che era l’utile più i costi non deducibili, ma è 104.000 euro meno il compenso amministratore, che risulta come costo (i 28.000 euro che mi sono erogato come cedolino vero e proprio), meno i 19.000 euro di rimborsi e meno anche i 6.720 euro che pago purtroppo di INPS gestione separata, ovvero il 24% che vado a pagare sul cedolino amministratore.

Quindi la base di calcolo netta dell’IRES diventa, togliendo tutte queste componenti, 50.280 euro.

In pratica ho spostato un bel po’ di utile fuori, perché le tasse su queste componenti non va a pagarle l’Srl ma andrà a pagarle il socio. Peraltro i 19.000 euro sono esentasse, per cui le tasse le pagherà solo sui 28.000 euro di cedolino amministratore.

Comunque sia, sui 50.280 euro restanti andrà a pagare il 24% di IRES, che sono 12.067 euro, più l’IRAP sempre sui 100.000 euro (perché dall’Irap non si possono dedurre e scaricare i costi dei compensi amministratore) che ammonta sempre a 3.900 euro, proprio come nell’esempio precedente.

Quindi l’utile netto della Srl cosa diventa?

In questo caso diventa 30.313 euro, che sarebbero i 100.000 euro meno i compensi amministratori, meno l’IRES, meno l’IRAP, meno le tasse.

Veniamo ora alle tasse da pagare sul socio, ovvero che tasse paga il socio.

Il socio paga l’INPS sulla quota di utili della società. La base di calcolo questa volta non sono tutti i 104.000 euro (quindi non è tutto l’utile dell’azienda) ma in questo caso in realtà è il minimale di 17.504 euro.

Questo perché l’utile dell’azienda (la base imponibile IRES) è diventato 50.280 euro, perchè è stato abbattuto il compenso amministratore, ma ai fini INPS non è nemmeno 50.000 ma è 50.000 per il 20%, perché il socio possiede solo il 20% e non più il 100% come nell’esempio precedente (l’altro 80% appartiene ai soci non lavoranti, magari familiari).

Quindi l’INPS è calcolata solo sulla quota del 20%: già l’utile è stato abbattuto dal compenso amministratore diventando 50.000 euro, viene anche abbattuto ulteriormente al 20% diventando circa 10.000, quindi andiamo addirittura sotto il minimale.

In poche parole si paga sul minimale di 17.504 euro perché con la mia quota vado sotto tale somma, e quindi sui 17.504 euro pago solo i fissi praticamente, in questo caso circa 4.201 euro di INPS artigiano o commerciante.

Questo per quanto riguarda l’INPS.

Cosa paga ancora il socio?

Paga l’IRPEF sul compenso amministratore che va messo in dichiarazione dei redditi.

Questo, calcolando il 23% per il primo scaglione e il 25% per il secondo scaglione, più un po’ di addizionali regionali e comunali, ammonta a circa 6.007 euro di tasse da pagare sul cedolino amministratore.

Quindi quanti sono i soldi netti rimasti in questo esempio?

In questo caso al socio rimangono in tasca 36.792 euro che derivano dai 28.000 euro di compenso amministratore e dai 19.000 euro di rimborso spese, meno l’INPS e l’IRPEF pagate.

Dentro la Srl invece sono rimasti 30.313 euro perché sono soldi che non ho prelevato con il dividendo.

Quindi il totale dei soldi rimasti sono 67.105 euro, con una pressione fiscale del 32%.

Ti ricordo che prima erano rimasti 27.000 euro, mentre invece con questo nuovo sistema sono rimasti circa 67.000 euro, con una pressione fiscale che si è abbassata dal 72% al 32%.

RIPETO: la pressione fiscale, applicando la pianificazione fiscale, è passata dal 72% al 32%, quindi circa un 40% in meno rispetto allo stesso caso senza pianificazione fiscale.

Quindi, a mio avviso, la pianificazione fiscale è OBBLIGATORIA se non si vogliono regalare soldi allo stato.

Veniamo quindi alle conclusioni.

L’Srl è sicuramente la forma societaria migliore fiscalmente, perché di fatto pago una Flat Tax del 27,9% (24% di IRES +3,9% di IRAP) che in italia è una percentuale anche abbastanza moderata, soprattutto se raffrontata a quella di Snc, Sas e ditte individuali che pagano sino al 43% +3,9% e addizionali, quindi sino a più del 47%.

27,9% contro un massimo di 47%. La differenza c’è.

La Srl di per sé, per il solo fatto di essere Srl, paga meno, soprattutto sugli utili alti, visto che Snc, Sas e ditte individuali hanno tassazioni crescenti che cominciano a diventare pesanti sopra i 28.000 euro a socio.

Quindi sopra i 28.000 euro a socio la scelta vincente diventa l’Srl perché, dopo tale livello, dopo i 28000 euro a socio, l’IRES ha una percentuale più bassa dell’IRPEF e quindi conviene fuggire dall’IRPEF e andare a pagare l’IRES. Per farlo bisogna fare l’Srl.

Però, come abbiamo visto, anche con una Srl si ha la necessità di fare pianificazione fiscale.

Senza pianificazione fiscale rischi di pagare di più di Snc, Sas e ditte individuali, e arrivare al 72% di tassazione.

Invece con la pianificazione fiscale ottieni risultati enormi: la pressione fiscale può scendere dal 72% al 32% e addirittura si potrebbe fare ancora meglio (in alcuni casi si può andare anche sotto il 20%), ma anche solo rimanendo al 32% c’è ancora un 40% di pressione fiscale in meno, che significa che su 100.000 euro di utili paghi 40.000 euro di tasse in meno.

RIPETO: su 100.000 euro di utile, usando bene la Srl e facendo pianificazione fiscale, puoi pagare 40.000 euro di tasse in meno.

Insomma, se la potenza è nulla senza controllo la Srl è nulla senza pianificazione fiscale. 

Per cui, se hai una Srl e non vuoi farti male con le tasse, impara a fare pianificazione fiscale.

Questo è un must, devi imparare a farlo, e nel mio corso Swiss My Tax trovi tutte le strategie di pianificazione fiscale per ridurre al minimo il tuo carico fiscale.

In particolare, oltre alle strategie di riduzione dell’INPS, spiego quali sono i modi migliori per tirarsi fuori i soldi dalla Srl, che come abbiamo visto è la cosa più delicata.

Non basta fare la Srl. La Srl garantisce di per sé risparmi fiscali ma solo sul pezzo che riguarda le tasse che paga la Srl, mentre invece per quanto riguarda il pezzo di tasse che paga chi si tira fuori i soldi, è necessario stare molto attenti proprio a come tirarsi fuori i soldi, e le strategie da utilizzare variano caso per caso a seconda della situazione di ciascuno.

In diversi casi la pressione fiscale può scendere anche sotto al 32% visto nell’esempio, che sarebbe già frutto di una pianificazione fiscale buona e intelligente, ma non è il massimo che si può fare.

In alcuni casi, lavorando e ricorrendone i presupposti, si può abbattere anche al di sotto del 20% e tutto questo legalmente. Non sempre è possibile ma si ci può spingere anche sotto il 32% visto fino ad arrivare addirittura in alcuni casi sotto il 20%

Ti spiego tutto nel mio corso Swiss My Tax.

Trovi il link per acquistare il corso qui sotto:

👉 https://bit.ly/3n6PtHy

Se invece vuoi restare aggiornato su tutte le novità relative alla Riforma Fiscale del Governo Meloni, segui la nostra PlayList YouTube interamente dedicata all’argomento e in continuo aggiornamento:

👉 https://youtube.com/playlist?list=PLdHF_drZEe9tZ3wr3hYWxi1h9rCw4m9Pu

Noi ci vediamo nei prossimi video.

 

Claudio Cerutti

Dottore Commercialista

Fondatore di Numerium: Numeri e tasse spiegati in modo semplice