Le nuove aliquote IRPEF – Dichiarazione Redditi 2023

Puoi guardare il video su YouTube cliccando su questo link: 

👉 https://youtu.be/nNnNRp42iHU

 

Vuoi sapere come sono cambiate le aliquote IRPEF nella dichiarazione dei redditi 2023?

Ma soprattutto vuoi sapere come queste modifiche incidono sulla pianificazione fiscale della tua azienda?

Allora segui attentamente questo video.

Vediamo quindi cosa cambia nella dichiarazione dei redditi 2023 relativamente alle aliquote IRPEF.

In realtà tutto risale ancora alla finanziaria per il 2022, che va a cambiare appunto le aliquote IRPEF a partire dal 2022.

Gli effetti però dove si vedono?

Si vedono nella dichiarazione dei redditi 2023 che va a fare i conti sull’anno 2022 e anche in realtà sugli acconti pagati nel 2022.

Facciamo prima una breve premessa

Cos’è l’IRPEF?

L’IRPEF è un’imposta, una tassa che le persone fisiche devono pagare.

Ossia è la tassa che pagano gli esseri umani e non le società e le entità giuridiche.

Ho descritto il suo funzionamento in uno specifico video.

Qui ricordiamo in sintesi le caratteristiche principali dell’IRPEF.

Innanzitutto la pagano le persone fisiche e la pagano su tutti i redditi conseguiti nell’anno: i redditi che vengono da proprietà immobiliari, che derivano da lavoro dipendente, che derivano da lavoro con partita IVA, che derivano da partecipazioni in società di persone (snc, sas e società semplici) e che derivano anche da altri redditi comunque conseguiti.

Inoltre è un’imposta progressiva, ossia la cui percentuale da pagare si alza con l’aumentare del reddito (più si alza il reddito più si alza la percentuale da pagare).

Ora andiamo a vedere le novità appunto delle aliquote.

Anzitutto che cos’è un’aliquota? 

L’aliquota è la percentuale di tasse da pagare su un reddito.

E le tasse appunto come si calcolano?

Si calcolano moltiplicando il reddito per la cosiddetta aliquota, per questa percentuale.

Facciamo un esempio: se ho un reddito di 100.000 euro e l’aliquota è del 20%, le tasse da pagare saranno 100.000 x 20% e quindi 20.000 euro.

Fatta questa premessa vediamo come erano le aliquote IRPEF fino al 2022, quindi fino alla dichiarazione dei redditi del 2022 per il 2021.

C’erano 5 scaglioni:

  • fino a 15.000 euro -> 23%
  • da 15.000 a 28.000 -> 27%
  • da 28.000 a 55.000 -> 38%
  • da 55.000 a 75.000 -> 41%
  • oltre i 75.000 euro -> 43%

Questi erano i 5 scaglioni in vigore fino al 2021, quindi fino alla dichiarazione dei redditi del 2022.

Vediamo ora le nuove aliquote IRPEF dal 2022, che è la novità appunto delle dichiarazioni 2023 per l’anno 2022.

Gli scaglioni passano da 5 a 4.

Quali sono?

  • fino a 15.000 sempre il 23%
  • da 15.000 a 28.000 la percentuale è il 25%
  • da 28.000 a 50.000 la percentuale diventa il 35%
  • oltre i 50.000 euro il 43%

Attenzione! È sempre bene precisare che gli scaglioni sono separati, ossia il reddito viene diviso in fettine e ciascuna fettina paga la sua percentuale anche in caso di sforamento.

Facciamo un esempio: se hai un reddito di 16.000, questo logicamente cade sul secondo scaglione del 25%.

Come funziona?

Sui primi 15.000 euro paghi sempre il 23% e solo sugli eccedenti 1.000 vai a pagare il 25%.

Non paghi il 25% su tutto, ciascun scaglione paga sempre la sua percentuale.

Vediamo ora gli effetti sulla tassazione delle persone fisiche delle nuove aliquote, delle nuove percentuali IRPEF, con particolare attenzione alle differenze che hanno le nuove percentuali rispetto alle precedenti, divise per scaglioni.

Fino a 15.000 euro la percentuale resta sempre il 23%, quindi è uguale, non c’è nessun aggravio e nessun risparmio.

Invece da 15.000 a 28.000 euro la percentuale passa da 27% a 25% quindi c’è un -2%, che tradotto in euro determina un risparmio che arriva fino a un massimo di 260 euro.

Da 28.000 a 50.000 euro invece la percentuale passa dal 38% al 35% quindi c’è un -3% nella percentuale da pagare, che tradotto in euro determina un risparmio di un massimo di 660 euro che, cumulato però con il risparmio dello scaglione precedente, arriva a 920 euro di risparmio fiscale.

Quindi sommando i 660 euro di questo scaglione ai 260 euro dello scaglione precedente si arriva a un risparmio massimo di 920 euro.

Andiamo avanti con lo scaglione, o meglio il pezzetto che va da 50.000 a 55.000.

Questo passa invece dal 38% al 43%, e quindi in questo pezzettino di reddito comincia a esserci un aggravio, cioè un +5%.

Quindi in questo pezzettino da 50.000 a 55.000 l’aggravio massimo sarà di 250 euro.

Questo non significa però non che chi avrà un reddito tra i 50.000 e i 55.000 euro pagherà più tasse, perché se da un lato è vero che in quel pezzettino paga fino a 250 euro in più, è anche vero che avrà anche i risparmi degli scaglioni precedenti (ti ricordi, avevamo detto che ciascuno scaglione paga sempre la sua percentuale).

Quindi se mettiamo questo aggravio e lo sommiamo però ai risparmi accumulati con i precedenti scaglioni, alla fine anche chi avrà un reddito da 50.000 a 55.000 euro risparmierà tasse fino a un massimo di 670 euro.

Certo è che qui comincia a scendere il risparmio: fino a 50.000 euro si risparmiavano 920 euro, qui invece il risparmio inizia a calare e andiamo a 670 euro.

Andiamo ancora avanti, da 55.000 a 75.000 la percentuale da pagare passa dal 41% al 43 %.

Quindi anche qui c’è un aggravio, un +2% in questa fascia che, tradotto in euro, arriva fino a 400, andando a mangiare i risparmi degli scaglioni precedenti.

Qui c’è ancora un risparmio complessivo che però è un po’ più risicato ed è massimo 270 euro.

Invece oltre i 75.000 euro è sempre il 43%, non cambia la percentuale, resta uguale e quindi il risparmio è sempre 270 euro.

Quindi riepilogando:

– fino a 15.000 euro è uguale

– da 15.000 a 28.000 euro c’è un risparmio massimo di 270 euro

– da 28.000 a 50.000 euro c’è un risparmio di massimo 920 euro

– da 50.000 a 55.000 c’è un risparmio di massimo 670 euro

– da 55.000 a 75.000 c’è un risparmio di massimo 270 euro

– oltre i 75.000 euro si ha un risparmio, anche qui massimo di 270 euro (la percentuale resta uguale oltre i 75.000 euro quindi rimane fisso anche il risparmio che ho accumulato fino a quell’importo)

Quindi tutti in qualche modo, chi più chi meno risparmieranno, con un risparmio crescente a partire da 15.000 fino a un picco a 50.000, che poi si abbassa fino ai 75.000.

Quindi questo risparmio, che è una sorta di sinusoide, si alza, arriva a un picco e poi si abbassa.

Quando vedremo questi risparmi?

Se sei dipendente in realtà, il risparmio lo hai già visto in busta paga a partire dal 2022 e, se sei amministratore di Srl, il risparmio lo hai già visto nei cedolini a partire dal 2022.

Se invece sei imprenditore individuale o socio di snc o sas, il risparmio lo vedrai con la scadenza delle tasse del 30 di Giugno.

Vediamo ora gli effetti di questa modifica sulla pianificazione fiscale dell’azienda, aspetto molto importante da tenere presente per gli imprenditori, quindi per i titolari di ditte individuali, società di persone (snc, sas e società semplice) che pagano l’IRPEF sul reddito, che è un’imposta appunto a scaglioni.

Quindi chi ha queste tipologie societarie va a pagare l’IRPEF come abbiamo appena visto.

Invece le società di capitali (Srl e Spa) pagano l’IRES sulla società, che è un’imposta piatta fissa al 24% su qualsiasi reddito.

Questa pianificazione fiscale interessa solo le persone fisiche e i soci delle società di persone, Snc e Sas.

Quindi il principio di base della pianificazione fiscale per pagare meno tasse, quando l’IRPEF è inferiore all’IRES, è che conviene produrre reddito con ditte individuali, Snc e Sas.

Quando invece l’IRPEF è superiore all’IRES conviene produrre reddito con la società di capitali, quindi con Srl e Spa.

Quindi il concetto è molto semplice: siccome l’IRPEF è crescente (paga cioè percentuali crescenti) mentre la Srl paga l’IRES (che invece è un’imposta piatta), quando gli scaglioni dell’IRPEF vanno a superare quello che è l’importo dell’IRES, conviene smettere di pagare l’IRPEF e pagare l’IRES, quindi smettere di essere ditta individuale, Snc e Sas, e diventare Srl.

Alla luce di questo, cosa cambia nella pianificazione fiscale con le nuove aliquote IRPEF?

Fino al 2021, quindi dichiarazione del 2022, fino a 28.000 a socio c’era poca differenza:  l’IRPEF era al 23%/27% mentre l’IRES al 24%,

Quindi sotto i 28.000, qualsiasi tipo di ditta o società andava bene: essere Srl, ditta individuale, Snc e Sas fino al 2021 (dichiarazione dei redditi 2022) era indifferente e andava bene.

Invece oltre i 28.000 euro a socio iniziava a esserci un’enorme differenza perché l’IRPEF diventava 38%/41%/43% mentre l’IRES piatta al 24%.

Quindi iniziava a esserci una grossa differenza, c’era quindi una grossa differenza oltre i 28.000 euro e con le aliquote precedenti conveniva produrre reddito con le società di capitali (Srl in particolare) oltre i 28.000 euro a socio.

Invece dal 2022, con la dichiarazione dei redditi 2023, come cambiano le aliquote?

Fino a 28.000 euro a socio c’è comunque poca differenza, l’IRPEF è 23%/25% (anzichè 23%/27%), e l’IRES sempre al 24%.

Fino a 28.000 euro qualsiasi tipo di ditta o società va bene, anzi hanno ancora di più allineato la media dell’IRPEF rispetto all’IRES.

E invece oltre i 28.000 euro a socio?

Anche adesso resta un’enorme differenza perché l’IRPEF è 35%/40% mentre l’IRES è al 24%.

Quindi. oltre i 28.000 euro, anche con le nuove percentuali conviene comunque produrre reddito con Srl e Spa.

Oltre i 28.000 euro a socio di fatto non è cambiato nulla dal punto di vista del livello di convenienza di quando fare l’Srl.

Quindi, in sintesi, cosa succede con le nuove aliquote?

C’è un risparmio fiscale crescente a partire dai 15.000 euro che ha il suo picco a 50.000 euro, con un risparmio di 920 euro annui, e decresce fino ai 75.000 con un risparmio che arriva ai 270 euro annui.

Invece la pianificazione fiscale rimane invariata: è vero che c’è un risparmio fiscale nel complesso ma è anche vero che è rimasto il gradone a 28.000 euro.

Prima il gradone passava dal 27% al 38% (cioè sforando i 28.000 si passava dal pagare il 27% al 38%), ora passa dal 25% al 35%, ed è quindi sempre conveniente fare le Srl oltre i 28.000 euro di reddito a socio.

Forse le cose cambieranno in futuro perché c’è un disegno di legge fiscale (come ho ben spiegato in diversi video) che prevede un riordino delle aliquote IRPEF.

Se elimineranno il gradone a superamento dei 28.000 euro cambieranno la soglia di convenienza delle Srl.

Questo però a oggi non possiamo saperlo.

Di certo, quello che sappiamo è che con le leggi attuali, oltre i 28.000 euro a socio, l’Srl è la forma societaria fiscalmente più conveniente.

In futuro si vedrà.

 

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Noi ci vediamo nei prossimi video.

 

Claudio Cerutti

Dottore Commercialista

Fondatore di Numerium: Numeri e tasse spiegati in modo semplice