Riesci a tirare fuori dall’azienda i soldi che meriti?

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Imprenditore, vorrei farti una domanda.

Riesci a tirare fuori dall’azienda tutti i soldi che meriti oppure, se dovessi fare il calcolo di quanto la tua azienda ti paga, allora un tuo dipendente verrebbe pagato più di te?

Se sei in questa situazione, non certo piacevole, che però purtroppo accomuna molti imprenditori come te, leggi attentamente questo articolo.

Ti spiegherò la precisa ragione per cui l’azienda non riesce a pagarti il giusto e come lavorare per risolvere la situazione e ottenere finalmente i soldi che meriti.

Riesci quindi a tirar fuori dall’azienda i soldi che meriti?

Prima di rispondere a questa domanda facciamo una doverosa premessa.

Se l’azienda non riesce a pagare il tuo lavoro a valore di mercato significa che c’è qualche problema.

Cosa intendo per valore di mercato?

Per valore di mercato intendo quello che chiederesti a un’altra azienda per fare lo stesso lavoro che fai nella tua azienda oppure, se vuoi vedere la cosa dall’altro punto di vista, quello che dovresti pagare un’altra persona per fare le stesse cose che fai tu nella tua azienda.

Ebbene, qual è il problema dell’azienda che non riesce a pagare il lavoro dell’imprenditore e dei soci a valore di mercato?

Le cause potrebbero essere due.

La prima causa potrebbe essere che l’azienda guadagna ma ha i soldi bloccati da qualche parte.

Dove?

Potrebbe averli bloccati negli investimenti, nel magazzino, nei crediti verso clienti etc.

Quindi in qualche parte all’interno dell’azienda i soldi sono bloccati oppure, molto probabilmente, l’azienda sta lavorando in perdita, e purtroppo la causa molto più frequente è la seconda.

Vediamo cosa intendo per perdita e vediamo quindi come si calcolano correttamente i guadagni di un’azienda.

I guadagni della tua azienda si calcolano facendo, molto semplicemente, fatturato meno i costi.

Quindi se il fatturato è maggiore dei costi chiaramente l’azienda sta guadagnando.

Se al contrario, il fatturato è minore dei costi, l’azienda sta lavorando in perdita.

A tal proposito, una cosa da tenere in considerazione è che all’interno dei costi vanno considerati non solo i costi vivi, quelli che sostieni realmente, ma anche i cosiddetti costi figurativi, ossia quei costi che non sono a bilancio perché i proprietari dell’azienda o i loro parenti mettono nell’azienda risorse gratis o a costi più bassi di quelli di mercato.

Quindi nel bilancio ufficiale si rileva il costo vivo (se c’è) ma non il costo figurativo, cioè il valore delle risorse che mettono i proprietari dell’azienda o i loro parenti.

Facciamo alcuni esempi di costi figurativi.

L’affitto del capannone che magari potrebbe essere a zero o comunque più basso di quello di mercato perché magari è di proprietà della famiglia e quindi lo affitta all’azienda a un prezzo più basso di quello di mercato, o addirittura lo lascia gratis all’azienda.

Oppure, altro caso molto frequente, lo stipendio dei soci e dei loro familiari, che è a zero o comunque più basso di quello di mercato, e quindi a bilancio non c’è niente oppure c’è un valore più basso rispetto a quello che sarebbe lo stipendio corretto.

Se si provano ad aggiungere al bilancio i costi figurativi in una piccola o media impresa, spesso succede che l’azienda va in perdita.

Vediamo cosa significa questa perdita, quindi cosa significa lavorare in perdita considerando i costi figurativi (cioè se la tua azienda ha un utile e aggiungendo i costi figurativi va invece in perdita).

Se la tua azienda mette a bilancio i costi figurativi e in particolare il tuo stipendio a valore di mercato, e facendo questo i costi superano il fatturato, significa semplicemente che la tua azienda sta realmente lavorando in perdita e tu stai coprendo queste perdite lavorando sottopagato.

Questa è la realtà dei fatti.

In pratica se l’azienda a valore di mercato dovrebbe pagarti ad esempio 3.500 euro al mese e nella realtà magari ti sta pagando solo 2.000 euro al mese, cos’è che significa?

Significa che stai coprendo con il tuo stipendio 1.500 euro di perdita al mese.

Come se incassassi veramente 3.500 euro e ogni mese restituissi 1.500 euro indietro all’azienda.

In altri termini, se chiudessi la baracca e andassi a lavorare da altri, nel mio esempio guadagneresti 1500 euro in più al mese e, tra l’altro, con meno pensieri.

In questo esempio i 1.500 euro al mese sono il prezzo che paghi per poter lavorare in proprio invece che sotto padrone.

Come si può uscire da questa non piacevole situazione di essere sottopagati dalla propria azienda?

Banalmente devi cercare di guadagnare di più, quindi cercare di eliminare il fatturato marcio e aumentare quello buono, in modo tale che l’azienda abbia la capacità di poterti pagare a valore di mercato.

Come fare?

Innanzitutto devi capire dove guadagni e invece dove perdi, cioè dove c’è il guadagno, il cosiddetto “fatturato buono”, e dove invece perdi con il fatturato che io chiamo “fatturato marcio”, fatturato non buono.

Una volta che hai capito dove guadagni e dove perdi, devi innanzitutto lavorare sul fatturato che non è buono (fatturato marcio), cercando di aggiustarlo, almeno in prima battuta, cioè tentando di alzare i prezzi oppure riducendo gli sprechi.

Se questo tentativo non riesce c’è l’alternativa di eliminare, cioè di mandare via i clienti “non aggiustabili”, ovvero i clienti che fanno solo perdere tempo e soldi.

Quindi da un lato devi lavorare sul fatturato marcio e dall’altro devi lavorare anche sul fatturato buono, cercando quindi di aumentarlo vendendo di più ai clienti buoni, oppure cercando di aumentare, di replicare questi clienti buoni.

Ovviamente, per fare tutto ciò, devi avere un controllo di gestione avanzato che ti consenta di capire come muoverti correttamente (quindi capire innanzitutto dove guadagni e dove perdi) e poi come cercare di eliminare o aggiustare il fatturato che non va bene, che ti fa perdere, e cercare di aumentare invece il fatturato buono.

 

Se vuoi approfondire l’argomento, nel mio libro I Numeri non Mentono trovi tutto quello che ti serve sapere per prendere il controllo dei numeri della tua azienda.

In particolare al Capitolo 2 spiego come calcolare correttamente i guadagni dell’azienda, tenendo conto dei cosiddetti costi figurativi, costi che in genere non considera mai nessuno.

Al Capitolo 6 invece spiego come capire qual è il fatturato buono e quale invece il fatturato marcio, e come prezzare correttamente i prodotti e i servizi.

 

Presto tornerà disponibile sul sito Numerium ma al momento lo trovi su:

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Grazie per la lettura e al prossimo articolo.

 

Claudio Cerutti

Dottore Commercialista

Fondatore di Numerium: Numeri e tasse spiegati in modo semplice