La Flat Tax incrementale in attesa di quella “globale” – Disegno di legge Meloni

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In attesa della famigerata Flat Tax per tutti, nel disegno di legge approvato dal governo Meloni il 16 Marzo 2023, è prevista una cosiddetta Flat Tax incrementale, ossia una Flat Tax solo sui redditi aggiuntivi rispetto al più alto dei redditi dei tre anni precedenti.

Vuoi sapere di cosa si stratta?

Vediamo quindi in cosa consiste la Flat Tax incrementale, in attesa di quella globale prevista dal disegno di legge del governo Meloni.

Come premessa vediamo prima di tutto cosa è stato approvato.

C’è un disegno di legge delega che in data 16 Marzo 2023 è stato approvato dal Governo.

È una proposta di legge per un’ampia riforma del sistema fiscale.

Per ora è solo una proposta che contiene principi generali.

Dovrà infatti prima essere approvata dal Parlamento e successivamente il Governo avrà 24 mesi per emanare i cosiddetti decreti attuativi, i decreti cioè che contengono le norme vere e proprie.

I tempi sono quindi lunghi ma la macchina della riforma è avviata e potrebbe cambiare molte cose.

Vediamo quindi cosa contiene il disegno di legge relativamente alla Flat Tax incrementale.

All’interno del disegno di legge c’è un principio generale a tendere che è quello della Flat Tax, la tassa piatta, ovvero una tassa che prevede un’unica percentuale di tasse da pagare per tutti.

Questo è un punto di arrivo finale, una cosa quindi che verrà realizzata nel corso della legislatura (diciamo entro cinque anni) e, nelle more che si arrivi alla Flat Tax, il disegno di legge prevede alcuni step intermedi.

Uno di questi step intermedi è la cosiddetta Flat Tax incrementale, ossia una Flat Tax non su tutto il reddito ma solo sul reddito aggiuntivo rispetto al reddito più elevato dei tre anni precedenti, con una particolare agevolazione (così c’è scritto nel disegno di legge) per l’incremento dei redditi da lavoro dipendente.

I redditi da lavoro dipendente potrebbero infatti avere l’agevolazione non rispetto al più alto reddito dei tre anni precedenti ma rispetto proprio al reddito dell’anno precedente.

Questo ovviamente per agevolare di fatto gli incrementi di stipendio.

Quindi questa è la previsione di legge: una Flat Tax incrementale, intanto che si arrivi a quella globale, che va a colpire non tutto il reddito ma solo l’incremento rispetto al più alto dei tre anni precedenti.

Vediamo ora, come premessa, come funziona oggi la tassazione delle persone fisiche.

Abbiamo il cosiddetto regime ordinario dell’Irpef a cui tutte le persone sono soggette se non hanno regimi speciali.

Quindi tutti devono pagare l’Irpef.

Come funziona l’Irpef?

Funziona a scaglioni, ossia a percentuali crescenti di tasse da pagare.

Più cresce il reddito, più si alza la percentuale (si passa lo scaglione e si pagano più tasse).

Gli scaglioni ad oggi sono 4: il primo è al 23%, il secondo è al 25%, il terzo è al 35% e il quarto è al 43%.

Questi sono i quattro scaglioni a percentuale crescente previsti ad oggi nel regime ordinario dell’Irpef.

Poi esiste una grande eccezione a questo regime dell’Irpef che è il cosiddetto regime forfettario.

Questo, essendo un eccezione, non vale però per tutti, ma vale solo per le ditte individuali che stanno sotto una certa soglia di fatturato che, da quest’anno, è diventata di 85.000 euro.

Quindi tutte le aziende individuali che stanno sotto gli 85.000 euro di fatturato e rispettano tutta un’altra serie di requisiti (che ora non mi dilungo a dettagliare) possono accedere al regime forfettario.

Al di là di questo, chi accede al regime forfettario (che è un regime opzionale) non paga l’Irpef ma un’imposta cosiddetta “sostitutiva”, che è un’imposta fissa, quindi piatta (ovvero una Flat Tax).

Quindi la Flat Tax, per chi accede al regime forfettario, di fatto c’è già ed è del 15%.

Addirittura nei primi 5 anni è prevista una percentuale ulteriormente agevolata del 5%.

Quindi chi accede al regime forfettario paga una Flat Tax e non ricade nell’Irpef.
Vediamo adesso come funziona invece la Flat Tax incrementale, perché c’è anche una flat tax incrementale che è già stata approvata.

Quella che c’è nel disegno di legge non è una novità assoluta di Flat Tax incrementale, ma c’è proprio una novità della legge finanziaria per l’anno 2023 che vale solo per le ditte individuali (la legge vale per ora solo per il 2023 salvo proroghe).

Quindi la Flat Tax incrementale, che è già stata approvata ed è già attiva e operativa (quindi non quella del disegno di legge), la vedremo nei fatti solo nella dichiarazione del 2024, perché le tasse arrivano con una sorta di anno di ritardo.

Questo perché se è stata approvata per l’anno 2023 vuol dire che la vedremo nella dichiarazione dei redditi 2024, che va a fare i calcoli sulle tasse relative al 2023 (quindi è già in vigore ma la vedremo con le tasse da pagare nel 2024).

Cosa prevede questa Flat Tax incrementale che è già stata approvata?

Prevede una percentuale d’imposta sostitutiva al 15% (quindi in realtà simile al forfettario).

Mentre però sul forfettario è prevista su tutto il reddito, questa Flat Tax incrementale in vigore prevede che venga applicata solo sul reddito che eccede il massimo degli ultimi tre anni, cioè il reddito più elevato degli ultimi tre anni aumentato del 5%, con un massimo di reddito agevolabile di 40.000 euro.

Quindi mentre il forfettario paga il 15% su tutto, la Flat Tax incrementale già in vigore (per chi opta per questo regime) paga un’aliquota agevolata solo sulla fascia incrementale del reddito di quest’anno rispetto al più alto dei tre precedenti, con un tetto di reddito perché se uno ha un incremento che supera i 40.000 euro comunque pagherà l’aliquota agevolata solo su massimo 40.000 euro.

Questa è la normativa che c’è in vigore oggi.

Facciamo un esempio per capirci meglio sulla flat tax incrementale in vigore oggi.
Prendiamo un esempio su tre anni precedenti.

Facciamo che il 2020 hai guadagnato 35.000 euro.

Nel 2021 hai guadagnato 60.000 euro.

Nel 2022 invece hai guadagnato 55.000 euro

Quindi 35.000, 60.000 e 55.000 euro.

Il più alto ovviamente dei tre anni è 60.000 euro.

Quindi il massimo reddito nel triennio precedente è 60.000 euro nel 2021.

Se come prevede la norma aumentiamo questi 60.000 euro del 5% otteniamo 63.000 euro che è il reddito  più elevato dei tre anni precedenti aumentato del 5%.

Questa è la base di partenza: se superi quel reddito (63.000 euro) quella parte lì sarà agevolata per un massimo di 40.000, se invece non lo superi chiaramente non potrai accedere a questo regime.

Quindi facciamo finta nel 2023 di fare un reddito di 80.000, quindi superiore al massimo dei tre anni precedenti aumentato del 5%.

Quindi la differenza agevolabile di quanto sarà?

Se il reddito del 2023 è 80.000 e il reddito più alto dei tre anni precedenti aumentato del 5% è 63.000, devi fare 80.000 – 63.000 = 17000 euro, ottenendo così una differenza agevolabile di 17.000 euro.

Questa differenza sarà tassata al 15%.

Quindi questo è il calcolo : si agevola l’incremento rispetto al più alto dei tre anni precedenti.

Invece come funzionerà la nuova Flat Tax incrementale prevista dal disegno di legge?

In realtà la prima differenza è che la Flat Tax incrementale prevista dal disegno di legge è prevista non solo per le ditte individuali ma per tutte le persone fisiche, anche per gli imprenditori, quindi per tutti i redditi che pagano le persone fisiche.

Quindi tutte le persone fisiche pagheranno, una volta che entrerà in vigore questa Flat Tax incrementale per tutti, una tassa piatta ossia un’unica percentuale sull’incremento di reddito che eccede il più elevato dei tre anni precedenti.

La meccanica è uguale a quella già in vigore.

Quindi la nuova Flat Tax incrementale prevista nel disegno di legge è in realtà nient’altro che un’estensione dell’attuale Flat Tax incrementale prevista come novità per il 2023 per tutti gli imprenditori individuali.

Viene quindi esteso questo regime agevolato (riservato per ora alle ditte individuali) a tutte le persone fisiche.

Ci sono però alcune differenze.

La differenza è che ancora non sappiamo la percentuale di questa nuova Flat Tax incrementale.

Verosimilmente sarà il 15% ma non è detto.

Il disegno di legge non lo dice ma dice solo che, nelle more della Flat Tax generale, verrà approvata una Flat Tax incrementale, ma senza specificare la percentuale.

Quindi potrebbe essere una percentuale diversa dal 15% del forfettario e della Flat Tax già in vigore per le ditte individuali.

E nemmeno c’è scritto nel disegno di legge il massimo del reddito agevolabile.

Non si sa se sarà 40.000 o un importo diverso.

Poi c’è una differenza che è proprio specificata nel disegno di legge: i dipendenti potranno avere un’agevolazione ulteriore perché verrà agevolato non solo l’incremento sul massimo dei tre anni precedenti ma addirittura rispetto all’anno precedente, anche se non è il più alto degli ultimi tre anni.

Quindi maggiore agevolazione e un occhio di riguardo per gli aumenti riservati ai lavoratori dipendenti.

Detto ciò, vista questa norma della Flat Tax incrementale prevista dal disegno di legge, ci sarà un vero risparmio fiscale?

In realtà sì, almeno in linea teorica.

La Flat Tax è di per sé conveniente in quanto va a far pagare un’aliquota agevolata su una parte di reddito, cioè sulla parte di reddito che eccede il più alto dei tre anni precedenti.

Quindi pagando una tassazione agevolata è ovvio che, per chi rientra in questa casistica, chi ha il reddito che in quell’anno si alza, chiaramente avrà un risparmio fiscale.

Quanto però si risparmierà nel concreto ancora non lo sappiamo perché questo dipenderà da vari fattori.

Dipenderà innanzitutto da quanto sarà l’aliquota agevolata.

Sarà del 15% come l’attuale forfettario e l’attuale Flat Tax incrementale riservata agli imprenditori oppure sarà un’altra percentuale, per esempio il 20%?

A seconda della percentuale che stabiliranno ci sarà un differente risparmio fiscale.

Poi, quale sarà il tetto massimo agevolabile?

20.000 euro, 40.000 euro?

Ancora non lo sappiamo e quindi non possiamo quantificare con esattezza chi e quanto risparmierà con questa nuova normativa.

Per saperlo dobbiamo chiaramente aspettare i decreti delegati del Governo che verranno approvati, se tutto va bene, entro un paio di anni.

Di fatto però ci potranno essere risparmi consistenti chiaramente solo se il governo riuscirà a recuperare soldi da mettere sulla riforma altrimenti i risparmi saranno ovviamente modesti.

Senza soldi non si cantano messe e nemmeno si possono abbassare le tasse!

Quindi veniamo alle considerazioni finali.

Ovviamente tutto quanto visto è solo una proposta di legge che entrerà in vigore, come detto, se tutto va bene nei prossimi due anni e ammesso che la proposta di legge venga approvata.

La proposta di legge potrebbe infatti anche essere modificata, potrebbe essere approvata solo in parte o potrebbe addirittura restare lettera morta e non venire mai approvata.

Per ora abbiamo solo ipotesi, dichiarazioni del governo.

Quindi il ragionamento da fare è comunque che le tasse che attualmente paghi si basano invece sulle leggi attuali e non chiaramente sulle proposte di riforma.

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Noi ci vediamo nei prossimi video.

Claudio Cerutti
Dottore Commercialista
Fondatore di Numerium: Numeri e tasse spiegati in modo semplice